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Di borgo in borgo, un itinerario slow tra i segreti della Piana di Lucca risalendo l’Appennino
Dalle strade tortuose che conducono ai borghi in collina, dalle piazzette che si affacciano come terrazze, si godono ampi panorami sui rilievi che circondano la Piana di Lucca. Un breve viaggio tra paesaggi agricoli e naturali, regala la tranquillità e le atmosfere della più segreta campagna Toscana. Ne ricordiamo alcuni che vale la pena di visitare con i loro piccoli e grandi segreti, per un soggiorno dedicato al relax, all’arte e alla cultura.
Sulle tracce dei pellegrini della via Francigena.
I passi dei pellegrini francigeni che ancora oggi l’attraversano numerosi, risuonano nei cortili attorno alla chiesa di San Jacopo e all’imponente torre che accoglie la “Smarrita” (a voi scoprire cos’è…). Altopascio sorge attorno all’edificio medievale dell’Hospedale dei monaci che nell’XI secolo fondarono l’Ordine dei cavalieri del Tau. Le antiche mura lo cingono per un lungo tratto, come un tempo e come un tempo l’ingresso è ancora dalle due porte originali. Oltre al simbolo del Tau che si ritrova un po’ dovunque, resta la tradizione del pane che si può trovare fragrante nei forni del paese. Un pane della tradizione, impastato e cotto in grndi forme, per sfamare.
Una visita al Museo della Francigena vi chiarirà tutto e vi porterà con l’immaginazione sulle strade di mezza Europa.
Pane al pane, vino al vino.
Il vino, invece, degno compagno della tavola, è il tratto identificativo del paesaggio del vicino borgo di Montecarlo , disteso sul crinale di una collina disegnata dai filari delle viti, è il riconosciuto centro storico della vinicoltura locale. Il nome è una dedica. Nel 1331 i lucchesi sconfissero i fiorentini in un’epica battaglia grazie all’aiuto dell’Imperatore Carlo V di Boemia. Adesso, per le vie del paese, si può ascoltare in pace buona musica in un piccolissimo teatro, godere il panorama dalla rocca del Cerruglio, gustare ottimi vini locali, passeggiare nelle tranquille vie del paese o nei boschi circostanti dove si fanno incontri straordinari: la quercia del Carrara, l’ombra più grande della Toscana, la “quercia più bella d’Italia”, una chioma tormentata, più di 40 metri, che sfiora terra sotto il peso di streghe e demoni che dal ‘400 si danno convegno sui suoi rami, l’albero che ispirò a Collodi l’episodio degli assassini di Pinocchio.
Una pausa degustazione in qualche cantina è d’obbligo. Dove trovare tanti profumi e aromi, se non qui?
E se fosse stato Leonardo?
Ancora un poco più in alto, dentro la severa pieve di San Gennaro sono custoditi un prezioso pulpito altomedievale in marmo scolpito e intarsiato e un angelo in terracotta, l’unico, attribuito da molti critici alle mani di Leonardo da Vinci.
Una sosta sugli scalini di questa antichissima chiesa, nel silenzio, vale la strada per arrivare fin qua.
Rocca, carta, lama…
Da qui, ancora un po’ più su, risalendo verso l’altopiano delle Pizzorne, tra castagneti e abetine, si raggiunge Villa Basilica lungo una strada disseminata di cartiere ottocentesche e sormontata da una rocca medievale dalla quale si ammira tutta la valle. Sin dal Medioevo, si producevano in questo borgo montano pregiate lame e carte fini, su cui copiare, ed in seguito stampare, grandi opere. La prima edizione italiana dell’Enciclopedie, ad esempio, nel 1758 conservata nella Biblioteca Statale di Lucca.
Una visita al vicino Museo della carta vi svelerà i segreti locali di questa antica arte.